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 Santuario Nostra Signora del Suffragio-Reccosuffragina 3

Da sempre il popolo la  invoca come patrona della Città , durante il Consiglio Communale del 19 Dicembre 1996 la Suffragina , come noi amiamo chiamarla, viene proclamata Patrona di Recco e l'otto Settembre festa cittadina

 

 

Sito del nostro Santuario Suffragio Recco

Pagina Facebook: N.S. del Suffragio

IL SANTUARIO DI N.S. DEL SUFFRAGIO

Verso la fine del 1590 l'antico oratorio di San Martino sede della Confraternita omonima, costruito sulla riva destra del torrente, nel luogo dove oggi sorge l'ospedale cittadino, necessitava di importanti lavori.I confratelli decisero allora di costruire uno nuovo sulla riva sinistra . In esso nel 1593 vi fu trasferita la statua di Nostra Signora del Suffragio.

Esso fu successivamente ampliato, fino a diventare il Santuario che oggi vediamo.

LA FACCIATA DEL SANTUARIO

E' in stile neoclassico, sormontata da un campanile con due celle campanarie. Riofatta dopo i bombardamenti su modello della precedente, presenta la struttura a tempio, suddivisa da quattro colonne con capitello corinzio, che delimitano un arco a tutto sesto. Sopra le colonne un architrave riporta la scritta a caratteri capitali " SANCTUARIUM S.MARIAE SUFFRAGII" ed è sormontata da un timpano triangolare, al centro del quale si nota il monogramma marinano. Ad abbellire ulteriormente il prospetto sono quattro statue in gesso: La Giustizia e la Fortezza nelle nicchie fra colonne, la Fede e la Carità alla base del campanile. Quest'ultime fanno parte ancora della decorazione originale risalente alla prima metà del secolo XIX, che venne eseguita dallo stuccatore Gerolamo II Centannaro (1810-1891).

L'arco centrale immette in un atrio dove si ammira in un tondo lo stemma dell'Arciconfraternita, che rappresent dedicati rispettivamente al Crocifisso a la Madonna del Suffragio e le anime purganti. L'opera, dipinta nel 1973, sostituisce un antico bassorilievo in marmo, rappresentante lo stesso soggetto, andato distrutto a seguito dei bombardamenti dell'ultima guerra.

L'INTERNO DEL SANTUARIO

E' composto di una sola navata in stile barocco. Decorato nel 1769,è stato restaurato dopo i danni subiti dalla guerra.

Il presbiterio è racchiuso da una balaustra marmorea del 1712.

Le pareti sono ripartite da lesene marmoree con capitelli corinzi. fra le lesene sono collocati bassorilievi in stucco, racchiusi all'interno di cornici dorate che ripetono motivi rocaille, quali volute,cartigli, fiori e teste di cherubini. La data di esecuzione è certa 1771, riportata in uno dei bassorilievi, non si hanno però notizie sicure dell'autore, ma da quanto riporta l'Alizeri si ipotizza che possano essere stati eseguiti da un membro della famiglia di Centanaro forse Gerolamo I.

Dal punto di vista iconografico questi bassorilievi non sono di facile lettura, si tratta di raffigurazioni legate alla Vergine, riprese molto probabilmente dalle Litanie Lauretane e dalle Sacre Scritture. Iniziando dal muro perimentrale destro troviamo: l'aggregazione dell'Arciconfraternita all'Arciconfraternita del Suffragio di Roma, L'istituzione della fetsa del S.Rosario in occasione della battaglia di Lepanto, Rebecca al pozzo, La porta del Cielo, La dimora di Dio (o forse la traslazione della Santa Casa di Loreto), La sede della Sapienza, la rosa mistica.

Sempre lun go le pareti troviamo due quadri della seconda metà del XX secolo, raffiguranti l'Addolorata e il sacro Cuore.

Sulle lesene che partiscono le pareti, racchiusi da cornici di stucco dorato, sono collocati dodici quadretti in legno, opera di ignoto scultore di fine secolo XVIII, raffiguranti "I misteri riguardanti la vita di Maria Santissima", pio esrcizio praticato nel santuario, la prima domenica del mese, dal 1770 fino ai primi anni ottanta del secolo scorso.

Il soffitto è opera della seconda metà del XX secolo, fatta eccezione per la parte sovrastante il presbiterio che fa parte dell'antica decorazione.

Il medaglione centrale raffigurante la processione con la statua di N.S. del Suffragio, si ispira all'antico medaglione raffigurante la processione dell'Incoronazione, dipinto da Giovanni Quinzio dell'Accademia di Genova.

Il Santuario è dotato di tre altari: il maggiore dedicato alla Madonna e due laterali dedicati rispettivamente al Crocifisso e a San Martino.

I due altari laterali di identica fattura, presentano un andamento leggermente concavo. Il paliotto, di marmo policromo a forma trapezoidale con cartella centrale incorniciata da rami di palme poggia su un basamento che simula due piedi laterali. Il fastigio, decorato da volute sulle quali sonmo seduti due angioletti e da una cartella centrale e teste di cherubini, è sorretto da lesene scanalate.

Sull'altare di sinistra è sposta l'immagine di cristo spirante, opera di ambito maragliesco della metà del XVII secolo.

Sull'altare destro è collocato un dipinto della seconda metà del XVI, di ambito cambiasecco, raffigurante la Madonna tra San Martino e San Michele.

L'altare maggiore conserva della struttura originaria settecentesca, alcune parti dei gradini e la grande nicchia in marmi policromi, racchiudente l'effige di N.S. del Suffragio con il Santo Bambino, mentre il tabernacolo ed il paliotto, racchiuso da figure di angeli, sono stati fortemente rimaneggiati nel corso dei retsauri in occasione del primo centenario dell'Incoronazione. La statua della Madonna, opera in legno del secolo XVI,è stata rivestita, forse dal XVII secolo, secondo l'uso spagnolo. La veste attuale e copia novecentesca di una precedente risalente al 1874, ancora conservata nel Santuario.

Storia dell'arciconfraternita e del Santuario di N.S. del Suffragio

Nei pressi di un canneto nel sito detto anticamente "pianoro di san Martino",proprio dove attualmente sorge l'ospedale cittadino,esisteva da tempo immemorabile un Oratorio dedicato a San Martino.

Ce ne dà testimonianza un antico codice del 1360,conservato nell'archivio Capitolare della Cattedrale di Genova, fatto compilare per ordine del Cardinale Egidio di Albornoz,Legato papale in Liguria, nel quale sono elencate tutte le chiese esistenti a quella data nella diocesi genovese.

Nel suddetto Oratorio, nel 1399, dopo il passaggio dei Bianchi di Provenza, fu fondata una Confraternita dedicata a San Martino.

Nel 1557, a seguito delle incursioni del feroce pirata saraceno Dragut, che mise a ferro e fuoco di Recco, uccidendo e facendo schiavi molti recchesi, il governo genovese decise di costruire a difesa del paese un forte, che venne elevato proprio sul sito dell'Oratorio di San Michele.

I confratelli di San Michele si fusero allora con quelli di san Martino. Per non far prevalere nessuno dei due Patroni nacque così una nuova confraternita dedicata al culto della Madonna, che si chiamò Confraternita di Santa Maria e l'Oratorio fu dedicato alla Madonna. E infatti Mons. Francesco Bossio, vescovo di Novara, venendo in visita a Recco nel 1582, lascio memoria della " Casaccia S. Mariae".

Verso la fine del 1590 la Confraternita decise di costruire un nuovo oratorio sulla sponda sinistra del torrente. In esso, ce lo conferma il processo per l'Incoronazione, nell'anno 1593 fu trasferita la statua della Madonna che da tempo immemorabile si venerava nell'antico Oratorio.

Un documento risalente ai primi del 1600, conservato nell'archivio parrocchiale, riporta che l'Oratorio era dedicato alla Natività di Maria e che il giorno 8 settembre l'Arciprete vi si recava a celebrare la Messa Cantata ed il Vespro

All' interno dell'arciconfraternita di N.S. del Suffragio esistevano due compagnie: una detta "Compagnia della Morte o del Trentesimo che si interessava dell'assistenza ai moribondi e del trasporto dei defunti poveri al cimitero, l'altra detta del Suffragio.

Nel 1710 la Confraternita, che ancora si chiamava di Santa Maria, si aggregò all'Arciconfraternita del Suffragio di Roma adottandone definitivamente il titolo. Da questo momento l'Oratorio assunse il titolo di N.S.del Suffragio.

Nel corso del '700 l'antico Oratorio, di cui non conosciamo la vecchia struttura architettonica, subì all'interno una serie di trasformazioni fino ad assumere l'aspetto dell'attuale Santuario.

Durante il periodo napoleonico l'atteggiamento nei confronti delle Confraternite divenne sempre più repressivo. Nel 1811 il calvinista Bourbon, prefetto francese, firmò il decreto di chiusura degli oratori.

Anche il nostro Oratorio non sfuggì a questo destino, nonostante i tentativi da parte dei cittadini e del Sindaco di preservarlo. I beni dell'Arciconfraternita che erano stati requisiti nel 1797, furono riscattati in seguito da alcuni cittadini i quali li restituirono all'Arciconfraternita quando nel 1814, caduto Napoleone, l'Oratorio fu riaperto al culto.

Fu un nuovo fervore di devozione, quasi un'esplosione di quella fede che per tanti anni era stata forzatamente nascosta nell'anima dei devoti recchesi. Tale era l'affluenza e tante le grazie che la Madonna elargiva ai suoi fedeli che la cittadinanza, tramite il Sindaco e il Parroco, chiesero alle alte autorità della chiesa di poter elevare l'Oratorio a Santuario ed ottenere dal Capitano Vaticano l'incoronazione della venerata Effigie. La domanda venne accolta e l'incoronazione concessa con Bolla del Capitolo Vaticano del 24 Marzo 1823, regnante Papa Pio VII.

Il Capitolo Vaticano donò anche le due auree corone con le quali l'Arcivescovo di Genova Cardinale Luigi Lambruschini l'8 Settembre 1824 incornò la statua di N.S. del Suffragio e del Santo Bambino. Da quella data l'Oratorio divento Santuario.

In occasione dell'incoronazione un oratore eccezionale pronunciò il discorso commemorativo: Sant'Antonio Maria Gianelli, che ritornò ancora a predicare nel Santuario 8 Settembre 1828.

Il 9 Novembre 1828 il Sommo Pontefice Leone XII concesse l?indulgenza Plenaria perpetua da lucrarsi in occasione della festa della Madonna nei giorni 7 e 8 Settembre.

Nel corso dell'Ottocento furono intrapresi nuovi lavori di abbelimento del Santuario. Verso gli anni 40 fu costruita la nuova facciata in stile neoclassico, la cui decorazione venne eseguita dallo stuccatore Gerolamo II Centanaro, ed elevata la prima parte del campanile. In occasione del 50° anniversario dell'Incoronazione nel 1874 fu completata la decorazione del soffitto e verso la fine del secolo fu innalzata la seconda parte del campanile. Ulteriori lavori di abbelimento furono effettuati nel corso dei primi quarant'anni del novecento, specialmente in occasione del primo centenario dell'incoronazione.

Ogni venticinque anni particolari cerimonie ricordano l'evento dell'Incoronazione. Grandiosi festeggiamenti furono effettuati nel 1874 in occasione del 50° anniversario.

Memorabile fu il primo centenario dell'Incoronazione ( 8 Settembre 1924) al quale intervennero il cardinale Luigi Sincero da Roma, l'Arcivescovo di Genova Mons. Francesco Sidoli, Mons.Giacomo M. De Amicis Vescovo titolare di Sinope e Vescovo Ausiliare di Genova, Mons. Cesare Boccoleri Vescovo di Terni e Narni. Il vescovo di Terni predicò l'intera novena preparatoria.

Durante il secondo conflitto mondiale il Santuario fu seriamente danneggiato. la statua della Madonna fu ospitata presso la Villa del Sig. Federico Badaracco in località Faveto,dove furono celebrate le funzioni dell'8 Settembre del 1944. Numerosi furono i recchesi che, pur dispersi dalla distruzione della città, dalle località vicine dove erano ospitati si recarono al rifugio della villa per assistere alla Santa Messa e venerare la Madonna.

Al termine del conflitto la sacra Statua fu trasferita con solenne processione, dalla Villa Badaracco all'Oratorio adiacente al Santuario, poichè questo era inagibile. L'Oratorio ospitò le sacre funzioni fino al giugno 1947 quando il Santuario fu nuovamente aperto al culto.
Nel corso degli anni sessanta e settanta dello scorso secolo la tenacia dell' Arciconfraternita e dei Recchesi ha riportato il Santuario all'antico splendore.
In occasione dell'anno Santo del 2000 il Santuario è stato proclamato Chiesa Giubilare per il Levante della Diocesi di Genova.