Chiese, Parrocchie, Santuari e Conventi a Recco

IMG 20190914 144723N.S. Delle Grazie altare Maggiore

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La chiesa di Megli si staglia, a mezza costa sul mare, visibile anche navigando a miglia di distannza, e domina il nucleo cittadino di Recco:la posizione, così particolare per la forte visibilità sia dal mare che da terra, è probabilmente ciò che ha reso questa chiesa un punto di riferimento per chiunque si trovasse ad alzare gli occhi al cielo per chiedere una grazia.
La chiesa attuale è a tre navate divise da due pilastri per parte, larga 14 metri e un pò più lunga di detta misura, oltre 8 metri di presbittero e coro.

Abbiamo detto la chiesa attuale, perchè dal 1216 circa in cui venne edificata, ha subito molte modifiche ed ampliamenti.

Correva L'anno 1216 quando un certo Fabiano Ageno capitano di molte galee, ritornando dalle crociate, navigava lungo il litorale ligustico di levante. Dalle sue navi il vincitore marinaro guardava i monti, che si estendono lungo il mare con positura pittoresca. Preso dalla meraviglia e forse non senza ispirazione del cielo, fa arrestare i suoi navigli, scende in Recco, e mosso dalla posizione della collina di Megli, sulle alture di essa fa fabbricare una chiesa dedicandola alla Madonna delle Grazie, lasciando ivi un'immagine di Maria, dipinta su tavola e che per continua tradizione dicasi opera di S.Luca e che egli aveva sottratta in Oriente dalle barbarie degli iconoclasti.

In un Syndacatus del 1311 viene citata la chiesa di S.Maria del Muegio e si afferma che la reggeva un presbiter Johannes.La struttura dell'edificio è frutto di un lavoro durato secoli, tendente ad ingrandirela struttura primitiva e ad abbelirla. Nel 1582 esisteva solamente l'attuale navata di mezzo.Il presbiterio venne eretto dai Capurro attorno al 1615, la prima navata a sinistra nella prima metà del secolo XVIII. La navata verso il mare venne fatta costruire dal Rettore Michele Antola nel 1825, mentre il rettore Giacomo Maria Garibaldi fece costruire il pavimento della chiesa e il piazzale antistante. Nella chiesa si conservano le reliquie si S.Pantaleone e di S. Urbano martire. Nella navata lato mare si trova il Crocifisso dalla Confraternita degli Agonizzanti che aveva la propria sede nella chiesa stessa. Il primo altare è dedicato alla Santa Spina che la tradizione popolare vuol essere una spina della corona di Gesù, donata alla chiesa di Megli da un nipote di quello Ageno che ne volle la primitiva erezione.Un quadro nell'ancòna raffigura la incoronazione di spine di N.S. Gesù Cristo. L'altare era dedicato in antico a San Domenica.

Il lunedì di Pasqua nella chiesa di Megli si celebra solennemente la festa della Santa Spina. L'altare maggiore fu voluto dal rettore Olivari nel 1755 come risulta da una scritta scolpita nel marmo che attesta: " De ligneo in marmoreum anno 1755 ", ossia l'altare di marmo sostitui uno preesistente di legno. Dietro ad esso è sistemato un coro di noce. Nella navata di sinistra si trova l'altare dedicato alla Madonna delle Grazie. Alcuni preziosi lampadari d'argento ornavano gli altari, ma le leggi giacobine della Repubblica Genovese del 1798 li confiscarono. L'organo è del 1840.

Ma parliamo della preziosa reliquia della Santa Spina, da secoli venerata nella chiesa di Megli. Come abbiamo detto la tradizione vuole che essa appartenga alla corona che venne messa in capo a Nostro Signore all'inizio della sua gloriosa passione. Essa è alta circa 45 millimetri e assai sottile. A chi la osserva con la lente appare in cima una macchia come di sangue disseccato che dalla punta si protrae in basso per 10-11 millimetri.In essa si vede una scanalatura che dà l'impressione che sia stato praticato un taglio e asportato un pezzo. Qualcuno vorrebbe che durante una visita pastorale mons.Lambruschini, arcivescovo di Genova, il 1° settembre 1824, abbia tagliato un segmento della "spina" per donarload altra chiesa. La preziosa reliquia è custodita in un magnifico reliquiario la cui base consiste in un piedistallo d'argento che sorregge un cristallo cilindrico sormontato da una crocetta. Dentro al cristallo c'è un angioletto d'argento che tiene in una mano sollevata la Santa Spina. Il primo documento che ci parla con certezza della presenza a Megli della Spina Santa è l'elenco delle reliquie della chiesa di Megli fatto dall'arcivesco Centurione in occasione della visita pastorale da lui compiuta il 30 ottobre 1598. Al primo posto è menzionata "Una de spinis Coronae Jesus Christi". Esiste presso la chiesa un antica teca in avorio, forse lavoro orientale del XIII e XIV secolo, con la quale la Santa Spina sia stata trasportata a Recco. Da certi documenti della famiglia genovese Ageno risulterebbe poi che nel 1309 l'ammiraglio Giulio Ageno sia andato in terrasanta con 26 galee e di là sia tornato portando con se la Santa Spina, assegnata poi alla chiesa di Megli. il 25 marzo 1921,Giovedi Santo, verso le ore 14 si verificò un prodigio registrato da numerose persone, in primis il prevosto dell'epoca, Marco Bacigalupo. La punta della Santa Spina prese un colore rosso fiammante, un colore come di sangue vivo. Dei numerosissimi testimoni che assistettero al prodigioso esistono attestazioni scitte.

Gli ex voto di Megli

Merita una particolare attenzione la raccolta di 53 tavolette ex voto custodite presso la chiesa. Si tratta di tavolette lignee, per la maggior parte databili tra il sei e sttecento, recentemete restaurate ed esposte nella navata dedicata alla Madonna delle Grazie. Sono i segni evidenti della gratitudine dei fedeli verso la Madonna come indicano le scritte sintetiche che si possono leggere su molte di esse: " V.F.G.A.", cioè fece un voto e ricevette una grazia. Mostrano episodi di stroria vissuta e di pericoli corsi che si risolsero favorevolmente. Dalle tempeste in mezzo al mare, agli scontri con le navi corsare, agli esorcismi, all'uso delle armi, alle aggressioni, ai pericoli del vivere quotidiano, alle guarigioni per se stessi, per i propri cari, specie bambini: sono scene di vita di ogni giorno immortalate su una tavola di legno, dipinte con arte semplice, spesso naif per ricordare e tramandare un pericolo a cui si era sfuggiti grazie all'intervento della Madonna , del Santo Crocifisso e dei Santi invocati.