Venendo da Genova lungo la via Aurelia, oltrepassato l'abitato di Sori, dopo aver lasciato sul lato mare le splendide ville della scogliera, la strada inizia a scendere verso Mulinetti, frazione di Recco.
Sul lato a monte, appena iniziata la discesa, un bivio si stacca dal tracciato dell'antica "Via Romana", l'Aurelia, percorrendo la collina a mezza costa , entra nel territorio del Comune di Recco e si raggiunge la frazione di Polanesi, immersa in un mare verde grigio di antichi olivi.
Per chi percorre distrattamente la via Aurelia la frazione di polanesi scorre via, quasi inavvertita, nascosta com'è dalla ricca vegetazione. Basta però un pò di attenzione per scorgere in alto, occheggiare fra gli olivi, il leggero campanile della chiesa parrocchiale, e per decidere una visita a questa località che è uno dei tanti belvedere del Golfo Paradiso.
L' edificio della chiesa, secondo la descrizione dei Remondioni tuttora valida, è ad una sola navata, largo 7 metri e mezzo, con cappelle rientranti di 2 metri; è lugno 7 m. e mezzo dai cancelli alla porta con in più 6 m. di presbitero e coro e ha 5 altari.
L'altare maggiore di marmo era nella soppressa chiesa di S. Nicolò dei Padri Nicoliti di Recco. Fu regalato nel 1816 al rettore Antonio Assereto dal marchese Domenico Franzone fu Stefano, padre di otto figli tra i quali ci fu Luigi, Arcivescovo di Torino.
Il primo altare a destra è dedicato ai santi Martiri Fermo e Illuminata, con bella ancona del pittore carlo Giuseppe Ratti, del 1791.
Il secondo altare a destra ha un'ancona dei SS. Martino e Michele.
Un altro altare è dedicato, dal 1950, alla Madonna della Salute e prende il nome da una preziosa immagine sacra di cui si ignora l'origine.
Nel 1973 viene soppresso un altare laterale e al suo posto è stato collocato un antico e prezioso confessionale ligneo, opportunamente restaurato.
Sono in venerazione nella chiesa reliquie insigni di due martiri.
Di S. Fermo l'osso del braccio, di S. Illuminata l'osso di una gamba. Le ebbe in Roma frà Giovanni Battista dei Foglinesi di S.Bernardo di Genova il 27 gennaio 1674. il 16 aprile ne fece dono a don Giobatta Cafferata di Polanesi perchè fossero ivi oggetto di venerazione. La Curia Genovese ne confermò l'autenticità il 19 agosto 1677 e l'arcivescovo di Genova Giulio Vincenzo Gentile nel 1684 concesse alla parrocchia la celebrazione della festa nella quarta domenica di settembre.
Possiede dal 1812 un organo che era prima presso la chiesa delle Clarisse di S. Martino d'Albaro; una lampada d'argento che ne sostituisce un'altra che era stata acquistata nel 1741 con offerta di lire 100 messe a disposizione dal Maggior Consiglio del Banco di S. Giorgio e che fu asportata dal Governo democratico ai tempi della Rivoluzione francese.
A fianco della chiesa si trova la torre campanaria. l eprime campane, in numero di tre risalgono al 1836. Un contributo per il loro acquisto( costarono 1662 lire!)venne anche dal futuro re d'Italia Vittorio Emanuele II. Una quarta la più grande, venne aggiunta 6 anni dopo. Nel 1857 fu collocato sul campanile anche un orologio.Il piazzale venne sistemato nel 1893 da Bartolomeo Novella e da alcuni parrocchiani.
Per l'appassionato di archeologia esiste nella sacrestia della chiesa una piccola urna cineraria risalente all'epoca romana. Urna e iscrizione risalgono probabilmente ai primi anni dell'era volgare.
Altra bell'opera conservata nella chiesa è il presepe di scuola genovese e napoletana con alcune statuine della scuola del Maragliano.Presso la chiesa per molto tempo esistette una Confraternita i cui statuti e regolamenti andarono dispersi alla metà del secolo durante una causa, nelle aule di giustizia. Un tentativo di restaurarla, fatto ai primi del nostro secolo, non ebbe fortuna. La confraternità ebbe nuova vita dal 1929.
Testo tratto da "Polanesi di Recco" una chiesa una comunità di S.Pellegrini.