I Cognomi più diffusi a Recco
Oggi grazie ai potenti motori di ricerca, cercare il proprio cognome ed avere un surrogato d’ idea di origine è diventata cosa assai semplice e rapida.
Infatti nella nostra epoca i cognomi hanno raggiunto una diffusione talmente ampia che è semplice coglierne la presenza ma è pressoché impossibile individuarne un’ origine comune.
Come tanti altri paesi, anche Recco è prova concreta di questa “globalizzazione” dei cognomi, ma per la sua identità storica pervenire a un punto di inizio comune non è una cosa ardua; dopotutto la nostra cittadina ha avuto una forte evoluzione demografica (e quindi l’ introduzione dei nuovi cognomi) solo a partire dagli anni ’60 del secolo decorso.
Uno dei cognomi più diffusi a Recco oggi, ma già presente in maniera ampia nel 1866 è il cognome Capurro.
Questa denominazione da secoli ormai naturalizzata ligure, ha origini lontane e più precisamente nel Regno di Napoli, da dove la famiglia Testa, da cui derivano il cognome Capurro e il vero ligure Malatesta, tra il 1701 e il 1714, a seguito della cacciata degli spagnoli, migrarono verso ducati e repubbliche del nord Italia, in cui il cognome fu modificato in base ad un’ etimologia toponomastica propria come Capurro (dall’ isola di Capua) e a un’ etimologia fisico-anatomica come Malatesta.
Un altro cognome che crebbe, anche se molto più antico, con Capurro fu il cognome Pozzo/i ; questo è un cognome di chiara derivazione etnico-geografica il cui significato è molto semplice in quanto veniva attribuito alle popolazioni i cui agglomerati urbani sorgevano attorno a una sorgente (con l’ eccezione storica di Voltaggio). A questo cognome dobbiamo, tra le altre cose, una sua variante molto diffusa in Recco, scissasi anticamente, forse per errore di trascrizione, nel ben noto Bozzo, che non presenta caratteristiche anomale o dialettali che possano far pensare a un cognome derivante dal dialetto come Razeto.
Tutto ciò ci porta a un punto di riflessione, attorno alla semplice e talvolta ingenua domanda che ci poniamo a riguardo dell’ omonimia di molti abitanti e della loro effettiva parentela.
A questo rispondo che, nonostante tutto, sono rari i casi in cui la parentela anche lontana è effettiva a reale (Recco ne è, però, l’ eccezione) e questo dipende dalla semplice attribuzione differenziata dl cognome e del “locus geografico” in cui si è sviluppata.
Per fare un esempio concreto andiamo a studiare un altro cognome tipicamente “Recchellino”, Bisso.
La sua storia e derivazione è per l’ appunto articolata e complessa, si è sviluppata bilateralmente con Bissi proveniente da Bixio (lat. Pix, pece) cognome fisico-anatomico indicante una carnagione grigia, a sua volta quest’ ultimo si scinde in due possibili origini: l’ italiano Opizzi dal nome proprio Oberto o dal medievale germanico Audiberto.
Si sa però che spesso, la storia passata quanto il destino, amano ridere alle nostre spalle presentando, come nella politica, le cose complicate semplicemente per renderle più semplici, che di fatto permettono addirittura di poter schematizzare in percentuale più di 800 anni di Storia Recchellina.
Semplicità di fatti, è ciò che caratterizza un cognome come Picasso, appartenuto alla classe dei cognomi ergomini , ovvero dei mestieri, in questo caso di coloro che usavano il piccone nell’ attività del tagliapietre, a Genova “ ù piccassìn”, presente in questa forma solo nel Genovese.
Altri cognomi “lontani parenti” di Picasso sono Picone (al sud), Pico (al nord) e Piconi (al centro), che testimoniano di fatto la sua caratteristica principale, ovvero essere un Nome Comune.
Un altro cognome che richiederebbe un’ analisi più approfondita che, per ovvie ragioni, qui non può essere, è il cognome Macchiavello, appartenuto ai cognomi oggettistici . Nacque inizialmente come soprannome medievale (attestato fin dal XII secolo), da un antico strumento musicale o da lavoro, il chiavello. A sua volta esso deriva dal tardo latino malclavellus (malo o nocivo clavello), ma conserva comunque la sua rarità di diffusione anche se presente con varianti di aferesi o di crasi (il Bongiovanni lo fa derivare da Melchiorre, che fu assai più diffuso con più di trenta varianti ).
Nella storia dei cognomi esistono però anche quelli esterofili che nonostante tutto conservano una forte radice italiana, uno di questi cognomi è Revello (in Francia nelle varianti Revel o Ravel, come il musicista Maurice Ravel [1875-1937]).
Questa famiglia ha origine nel Nord Italia, più precisamente a Cuneo, ed è un cognome antropico-sociale, infatti deve la sua origine al tardo latino “rèbellum” (re-bellum, ribelle e imprendibile), caratterisica che è fortunatamente testimoniata da un fatto storico, ovvero “l’ inespugnabile Rocca di Revello”, poi abbattuta dal governo francese nel corso del 1600. Incredibilmente questo cognome, al contrario di molti altri, non deve la sua esistenza ad un fatto storico, bensì il contrario , una vera rarità di cui può farsi vanto.
Altri due cognomi di origini tra le più semplici, sono Carbone e Castagnola. Il primo si attesta e si diffonde fin dal medioevo nella corporazione delle arti e dei mestieri, è di fatto anch’esso un cognome ergomino e conta un’ infinità di derivazioni di cui tra le più note Carboni (Sud), Carbonin (Veneto) e Carbonella (Nord).
Castagnola invece dal semplice Castagna è, di fatto, un fitonimo che, a differenza di quanto si crede ha origini greche, o meglio della Tessaglia, dalla città di καστάνια (kastània) , ed è attestata la variante tipicamente ligure in Genova sin da un documento dell’anno 1052.
Questa piccola analisi è sommaria e porta a una conoscenza pressoché indicativa del cognome, ma allo stesso tempo ci racconta un pezzo della nostra città, dove una parte di persone si ritrovano nella loro abituale sedentarietà e tendono oggi come allora e ad avere il medesimo tessuto familiare sinonimo di spirito conservativo e l’ altra ad avere una personalità e di fatto un’ esistenza più articolata e cangiante. Recco è anche questo.
Testo di R. Ferrarini.