Ci si domanderà come mai un grifo di Genova nel municipio di Recco.
Ce lo ha spiegato lo storico locale Sandro Pellegrini il quale ha partecipato poche settimane fa all’inaugurazione del Museo delle Campane di Avegno nel corso della quale è stata donata una fusione in bronzo del grifone genovese al Sindaco di quella località ed al Presidente della Regione Liguria ing. Claudio Burlando. Qualche giorno dopo Enrico Picasso della famiglia dei fonditori di campane di Avegno che si era procurato quelle due fusioni, ne ha fatto pervenire una terza copia anche allo stesso Pellegrini. Questi, d’intesa con Picasso, ha deciso di regalare la sua copia al Comune di Recco perchè ornasse qualche ambiente del palazzo comunale. Il Sindaco Dario Capurro ha subito scelto il salone consigliare come l’aula più rappresentativa della casa dei recchesi.
Pellegrini ci ha spiegato la ragione del suo dono alla città e ci ha detto che Recco, come altre località della Riviera di Levante, è legata al capoluogo ligure fin dai primi anni del 1200, e che anch’essa meriterebbe l’appellativo di “semper fidelis” a Genova, come ricordano le medesime parole incise sulle mura di Calvi, in Corsica.
Per oltre quattro secoli Recco, con Uscio, Camogli e Rapallo fece parte della dotazione che il clero genovese fece agli arcivescovi di Milano rifugiatisi fra le mura sicure di Genova all’epoca delle invasioni longobarde. Quelle quattro pievi vennero amministrate, con sempre maggiore prepotenza, dagli avvocati della chiesa milanese. Fino a quando, vessati dalle tasse che dovevano corrispondere, i recchesi si ribellarono e chiesero di far parte del dominio genovese.
Genova iniziò controllando solo uno dei Quartieri di Recco. Il clero milanese aperse una causa che si trascinò per anni nel tribunale papale fino a quando non venne sancito che l’intero borgo di Recco dovesse far parte dei territori genovesi, controllato da Genova sia nel civile che nel religioso.
Da quei lontani anni Recco fece sempre parte del Serenissimo Dominio di Genova che servì con i suoi uomini sia nei cantieri che sulle navi, nella città capoluogo e nelle colonie e dovunque servissero persone in grado di servire per mare. La storia di Recco ha sempre seguito quella di Genova ed ancor oggi il dialetto genovese puro, parlato come a Genova, ha il suo confine a levante proprio a Recco. Da Camogli in avanti lo si parla con una cadenza diversa e con termini lessicali variati.
Anche nell’idioma “Recco semper fidelis” agli usi del capoluogo, ci ha detto Sandro Pellegrini. Per cui il grifone genovese nel salone consigliare del palazzo municipale non farà altro che ricordare una storia antica sempre rinnovata, fino ad oggi, sotto la bandiera di Genova.
S. Pellegrini.